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PESARO - Un nuovo colpo di scena scuote l’inchiesta per corruzione che coinvolge l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci e alcuni suoi collaboratori. L’avvocata Paola Righetti, difensore di Massimiliano Santini – una figura centrale nell’indagine – ha deciso di rinunciare all’incarico. La rinuncia è arrivata lunedì scorso e, secondo indiscrezioni, sarebbe legata all’intervista rilasciata da Santini al quotidiano "La Verità", avvenuta dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pubblici ministeri.
La mossa di Santini, che ha di fatto contraddetto la linea difensiva concordata, ha spinto la professionista ad abbandonare il caso. Nell’intervista, Santini, ex collaboratore di Ricci per eventi e comunicazione, avrebbe dichiarato di sentirsi confuso e "annebbiato", aggiungendo di non avere ricordi nitidi e di sentirsi "già in galera". Ha inoltre tirato in ballo Ricci, affermando che l’ex sindaco "conosceva benissimo" l’associazione “Opera Maestra”, al centro dell’indagine insieme a “Nuovaffare”.
Pur escludendo che Ricci abbia percepito denaro, Santini ha sostenuto che l’ex sindaco avrebbe usufruito di una casa al centro dell’inchiesta, in parte acquistata – secondo l’accusa – con fondi provenienti da presunti affidamenti illeciti. Ricci, che il 30 luglio aveva già affrontato un lungo interrogatorio respingendo ogni addebito, ha replicato duramente dopo la pubblicazione delle dichiarazioni di Santini: "Mi è dispiaciuto leggere che Santini stesso dice di assumere psicofarmaci, di essere annebbiato e di non avere ricordi chiari. L’articolo è pieno di fango e falsità. Per questo ho dato mandato ai miei avvocati di tutelare la mia onorabilità in tutte le sedi. Adesso basta".
L’indagine è ancora in corso e la Procura continua a ricostruire la rete di relazioni, affidamenti diretti e flussi di denaro che coinvolgerebbero amministratori pubblici e soggetti legati ad alcune associazioni culturali. Resta alta l’attenzione su un’inchiesta che potrebbe avere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.
